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Prima le persone: l’importanza della circolarità

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L’economia circolare è ormai da tempo al centro della riflessione sulla sostenibilità delle imprese. Il focus è spesso dedicato alla circolarità delle cose, di beni e servizi. Meno frequente è l’attenzione alla circolarità delle persone che, invece, rappresentano il punto di partenza di ogni percorso di innovazione.

È merito del consorzio di formazione ELIS aver dedicato al tema un appuntamento di InGrandiMenti, il nuovo format di incontri dedicati al valore della condivisione, trasversale rispetto ai percorsi di formazione dell’ente che ha tra i soci fondatori grandi aziende, piccole e medie imprese, università e centri di ricerca.

“La circularity delle persone è più importante di quella delle cose” ha detto Ernesto Ciorra, Head of Innovability® del nostro Gruppo, uno dei tre ospiti dell’open talk del 27 maggio dal titolo “Circularity delle persone: upskilling e reskilling”, moderato da Luciano De Propris, Head of Open Innovation & Sustainability di ELIS.

La tecnologia da sola non è mai la soluzione, ha spiegato Ciorra. “Le piattaforme di videoconferenza esistevano già ma le stiamo utilizzando massicciamente oggi, per effetto del Covid-19”. Grazie alla digitalizzazione del Gruppo Enel (che dal 2019 è full cloud) oggi 37mila persone possono lavorare in smart working senza che la produttività venga penalizzata. “Rispetto alle regole sono più importanti valori come la responsabilità, la fiducia e la libertà che nella nuova normalità saranno la base dell’equilibrio tra vita personale e professionale, un equilibrio che in passato non sempre veniva rispettato”.

Anche ogni percorso di innovazione deve mettere al centro le persone. Ciorra cita l’apoptòsi, la morte cellulare programmata, per spiegare come il rinnovamento sia un processo prima di tutto biologico. In un’azienda è importante essere capaci di sbagliare, mettere in discussione le proprie convinzioni, non avere paura di denunciare errori e fallimenti. “Il nostro progetto My Best Failure è stato studiato da altre aziende e Google X ci ha chiesto di utilizzarlo: se le persone non sbagliano significa che non hanno mai provato a fare cose nuove e condividere i propri errori pubblicamente serve agli altri per non ripeterli”.

La condivisione e la circolarità delle esperienze troveranno presto un’applicazione concreta in un programma di mentorship promosso da Enel con il coinvolgimento di ELIS Open Italy: una piattaforma che metterà in collegamento l’ecosistema delle startup italiane con manager di grande esperienza, per esempio quelli vicini alle pensione o in pensione. “Che senso ha privarsi di queste competenze a livello sociale? Le startup hanno spesso un imprinting solo tecnologico e mancano di altre competenze, come quelle di marketing o legali o semplicemente di gestione aziendale, che i manager possono mettere a disposizione, aggiornando a loro volta le proprie conoscenze” ha spiegato Ciorra. In questo modo si aiuta “l’idea innovativa di una startup a diventare un modello scalabile a livello globale” e si fa crescere tutto l’ecosistema dell’innovazione.

“Sono certo che nei manager a prevalere sarà la voglia di trasmettere ai giovani quello che sanno, uno scambio perfetto anche dal punto di vista umano” ha aggiunto Franco Stivali, Responsabile Innovazione di Ferrovie dello Stato, mentre secondo Gaia Corazza, Managing Director & co-founder di Generativa, “umiltà e generosità sono le caratteristiche più importanti per un programma di mentorship”, tanto più nella nuova normalità che metterà sempre di più al centro il tema della sostenibilità anche nella gestione delle persone. “Le leadership del futuro dovranno essere capaci di ascolto, accoglienza e condivisione: le paure si ascoltano, vanno socializzate, non si può processare nessuno per un errore ma aiutare tutti a valorizzare le proprie capacità. Nello stesso tempo il leader dev’essere capace di accendere le passioni tenendo vivo l’obiettivo, la meta, il sogno” ha aggiunto Corazza.

“La pandemia ci ha preso in contropiede: - ha concluso Stivali - abbiamo sperimentato come tutto possa cambiare molto rapidamente e questo aumenta la nostra responsabilità. La tecnologia si offre un mondo di possibilità, ma spesso l’abbiamo considerata solo in funzione della produzione e poco delle persone: ora possiamo cambiare strada”.